Il viaggio è la meta
Se in ogni momento che mi dispero di non essere un “illuminato” in un certo senso mi perdo quell’illuminazione proprio perchè la sto cercando… non ha alcun senso il mio cercare, eppure c’è… che sia uno degli infiniti modi in cui l’essere vuole esplorare se stesso?
La ricerca ha inizio perché la Coscienza che sei ha perso di vista se stessa. Essa si cerca nel mondo degli oggetti (esperienze interiori o esteriori) perché questo è ciò a cui è stata indirizzata. Quando la corretta informazione è stata data – ovvero che quello che sei NON é un’esperienza ma il testimone di ogni attività interiore o esteriore – allora questo riconoscimento inizia ad accadere. È come se la corretta strada avesse iniziato ad essere percorsa e ti ritrovi sempre più cosciente di TE.
Da questo spazio realizzi direttamente che ciò che andavi cercando nel mondo è ciò che tutto il tempo testimoniava la ricerca, come un uomo che cerca per 10 anni degli occhiali in una stanza e realizza che tutto il tempo erano appoggiati sul suo naso.
La sofferenza è la ricerca stessa ecco perché nessuna azione che parta dalla ricerca di un’esperienza può porre fine alla sofferenza ma solo perpetuarla ad un livello più sottile. La ricerca è sofferenza perché parte dall’idea che tu non sia completo, che manchi qualcosa. Il seme di quella ricerca è proprio questo fuoco che brucia in te e che ti porta a cercare risposte in persone o situazioni. Quando questo bruciare diventa cosciente quello è l’istante in cui inizi a chiamarti ricercatore spirituale. Ancora cerchi esperienze, ma tali esperienze si chiamano “risveglio” o “illuminazione”.
È necessario che questo fuoco bruci fino a che non si esaurisca del tutto. Esso si esaurirà quando l’ultimo desiderio di esperienze si sarà consumato: il desiderio stesso di risvegliarsi. Quel desiderio si deve esaurire o la spinta stessa a cercare qualcosa, persino qualcosa chiamato risveglio, ti impedirà di riconoscere ciò che è già immediatamente presente, ovvero TE.
Tu, come Consapevolezza consapevole di questa ricerca sei sempre stato presente, prima durante e dopo la ricerca. Tu sei quella Pace, quel Silenzio che andavi cercando nelle esperienze; anche le più sottili tra di esse erano comunque rumorose rispetto a quello che veramente sei.
Al contempo tu, per ciò che pensi di essere, non puoi smetter di desiderare di risvegliarti, questa frustrazione sarà il carburante stesso di questo morire a se stessi.
Il senso di ingiustizia che senti nel riconoscere che non puoi fare nulla per realizzare ciò che veramente sei è in sé l’inizio della fine della ricerca.
Nel frattempo, goditi il viaggio perché la meta di risveglio per l’immaginaria personalità è del tutto immaginaria a sua volta, così ogni passo diventa la meta.
Un abbraccio,
Shakti Caterina Maggi
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